Frasi più belle di Fabrizio De André
De André è tra i poeti più amati della musica italiana, con le sue ballate malinconiche che raccontano di emarginati, amori perduti e povertà. Fabrizio De André, nato a Genova il 18 febbraio 1940, è scomparso prematuramente a Milano l'11 gennaio 1999. In oltre 40 anni di impegno artistico, è stato un vero "artigiano" della lingua italiana.
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Chi era Fabrizio De André?
Considerato uno dei più importanti, influenti e innovativi cantautori italiani, Fabrizio De André è conosciuto anche con l'appellativo di Faber. Ribelle, critico, introverso, colto, anarchico, amante della natura e del mare, assiduo frequentatore dei quartieri malfamati di Genova così come delle campagne della Sardegna, e per molti il cantautore italiano per eccellenza.
Fabrizio Cristiano De André nasce il 18 febbraio 1940, figlio di Giuseppe, professore e direttore di varie scuole, e di Luisa Amerio. A causa della guerra, la famiglia si rifugia in una cascina nella campagna di Asti. Fabrizio vi cresce e comincia a sviluppare un grande amore per la campagna, gli animali e l'ambiente.
Nel 1942 lo zio, Francesco Amerio, viene deportato in un campo di concentramento a Mannheim e tornerà, profondamente segnato psicologicamente, alla fine della guerra.
Fabrizio comincia a mostrare interesse per la musica e a manifestare insofferenza per le regole. Nel 1944 il professor Giuseppe De André è costretto a lasciare Genova e a vivere in clandestinità a causa di un mandato di cattura per aver rifiutato di denunciare gli studenti ebrei della sua scuola.
Dopo la guerra, la famiglia De André torna a Genova. Fabrizio inizia la scuola elementare, ma dimostra presto un'insofferenza per la disciplina e passa molto tempo in strada a creare problemi e a istigare risse. Nel 1948, incontra Paolo Villaggio, figlio di amici di famiglia e futuro autore che diventerà il suo inseparabile compagno di avventure.
I genitori di De André, appassionati di musica classica, decidono di fargli studiare il violino per il quale dimostra subito un grande talento. Poco dopo, si interessa alla chitarra che impara a suonare da solo e, grazie al grande maestro colombiano Alex Giraldo.
Nel 1955, Fabrizio si unisce a un gruppo di musica country-western, The Crazy Cowboys & The Sheriff One. In questo periodo, si interessa anche alla musica e ai musicisti francesi, come Edith Piaf, Charles Aznavour, Jacques Brel e Leo Ferré. È particolarmente affascinato da George Brassens, dalla commedia umana descritta nelle sue canzoni, dal suo interesse per gli episodi inquietanti e dalle debolezze e contraddizioni dell'anima umana. Si interessa anche al jazz, e alla giovane età di sedici anni entra nel gruppo musicale del pianista Mario De Sanctis, frequentato anche da un altro cantautore già famoso, Luigi Tenco.
Nel 1959 si diploma al liceo classico, si interessa di politica e si iscrive alla Federazione Anarchica Italiana. Comincia a stimare molto gli anarchici indigenti che aiutano chi è più povero di loro, e si sente molto solidale con chi vive ai margini della società, come prostitute, gay, ladri, alcolisti, e con il mondo dei carruggi, i vicoli di Genova.
Nel 1960 inizia a scrivere canzoni, la prima è La ballata di Michè, scritta con Clelia Petracchi. Si esibisce nei teatri con l'amico Paolo Villaggio e con Luigi Tenco, entrambi genovesi come lui.
Nel 1961 si iscrive all'università per studiare giurisprudenza, frequentata anche da Villaggio che ottiene buoni voti.
Tra il '60 e il '61 escono i primi album Nuvole Barocche/E fu la notte e La ballata di Miché/La ballata dell'eroe.
Nel 1962 sposa Enrica Rignon, detta Puny, e poco dopo nasce il loro figlio Cristiano.
Iniziano i primi spettacoli, per mantenere la famiglia, De André lavora nelle scuole che suo padre dirigeva un tempo, studia intensamente legge per ottenere la laurea in legge e dà lezioni private.
Nel 1964 esce La guerra di Piero, che si ispira a Brassens e alla storia di suo zio Francesco. Il pezzo non ottiene molti riconoscimenti, raggiungendo il massimo successo nel 1968, quando diventa la canzone simbolo della contestazione giovanile. Inoltre, registra la sua versione di Geordie di Joan Baez nel 1966 con Maureen Rix.
Nel 1967 Tenco si suicida a Sanremo durante il festival della musica. È uno shock terribile per Fabrizio, e nelle due notti successive scrive Preghiera di Gennaio in memoria dell'amico.
Iniziano le convocazioni in tribunale e le accuse di oscenità e blasfemia in alcune sue canzoni.
Nel 1968, Mina incide La canzone di Marinella legittimando De André come cantautore (così come Gino Paoli nella sua canzone Il cielo in una stanza). Inoltre, il movimento di protesta lo incorona come suo rappresentante istigando i servizi segreti a spiarlo per alcuni anni.
Nel 1973, inizia una produttiva collaborazione con Francesco De Gregori, e si dedica alla traduzione dei testi di artisti di fama mondiale, come Bob Dylan e Leonard Cohen. Nel frattempo, il suo matrimonio con Puny (Enrica) non va bene, e nel 1974 Fabrizio conosce la cantante Dori Ghezzi che sposerà nel 1989.
Tra il 1974 e il 1975, vince la sua timidezza nell'esibirsi e intraprende la sua prima tournée. Gli spettacoli sono spesso introdotti dal comico genovese Beppe Grillo. Fabrizio si esibisce sia nei locali popolari, scandalizzando la sinistra, che alle Feste de L'Unità o a quelle di Lotta Continua spesso improvvisa anche spettacoli gratuiti per chi non può permettersi di pagare il biglietto, suscitando l'animosità dei dirigenti dell'industria musicale.
Nel frattempo, Fabrizio realizza il suo sogno di avere una propria azienda agricola. Acquista una tenuta in Sardegna e si dedica al restauro della casa e della fattoria. Nel 1977 nasce la figlia di Fabrizio e Dori, Luisa Vittoria, detta Luvi.
Nell'agosto del 1979, De André e Ghezzi vengono rapiti nella loro tenuta in Sardegna da due criminali e rimangono sotto il controllo dei loro rapitori fino a dicembre. Passano la maggior parte del tempo legati a un albero e indossano gli stessi vestiti del giorno in cui sono stati presi in ostaggio. Dopo il pagamento del riscatto, i due vengono liberati. Rifiutano di costituirsi parte civile contro i loro rapitori in tribunale. Il loro amore per la Sardegna non viene intaccato.
Nel 1981 esce l'album Fabrizio De André, conosciuto come L'indiano, per l'immagine di un nativo americano in copertina. Fabrizio vede somiglianze tra i nativi americani e i sardi, considerando entrambi popoli sfruttati e schiavizzati, cacciati dalle loro terre d'origine da colonizzatori poco attenti. L'album contiene le canzoni Hotel Supramonte, dedicata al rapimento, e Fiume Sand Creek, ispirata ai massacri dei Cheyenne e degli Arapho da parte dell'esercito degli Stati Uniti nel 1864.
De André riceve numerosi premi e riconoscimenti, tra cui quello del Club Tenco. Gli viene offerta la possibilità di aprire il concerto di Bob Dylan a San Siro a Milano, ma dopo una lunga riflessione, declina.
Nel 1996 esce Anime salve, dedicata ai temi della libertà, della solitudine, dell'emarginazione e a varie figure considerate "diverse", come i transgender e i Rom. La canzone finale, Smisurata preghiera, è una sorta di testamento spirituale che si ispira alla saga Maqroll Il Gabbiere di Álvaro Mutis di cui De André diventa amico. La versione spagnola del testo è inserita nella colonna sonora del film Llona llega con la lluvia di Sergio Cabrera, tratto dal romanzo di Mutis.
Nel 1996 viene pubblicato anche il romanzo Un destino ridicolo, scritto con Alessandro Gennari. Nell'agosto del 1998, a De André viene diagnosticato un tumore ai polmoni e muore l'11 gennaio 1999.
Frasi d'amore di De André
Tra le canzoni più profonde e "difficili", la storia di un uomo innamorato di una donna sposata (la moglie di Anselmo).
La storia d'amore si svolge durante l'alluvione di Genova e l'amante, assorto nel suo amore, perde di vista la realtà e non si accorge nemmeno dell'alluvione, nella quale l'amata infine annega.
Una delle canzoni più famose di Fabrizio De André, è entrata nell'immaginario collettivo degli italiani, tanto che l'espressione "bocca di rosa" è spesso usata come eufemismo per 'prostituta'.
La canzone racconta la storia di una sconosciuta (Bocca di rosa) che, con il suo comportamento passionale e libertino, sconvolge la quiete del "villaggio di Sant'Ilario". L'autore prende di mira la mentalità delle rispettabili e pie donne della provincia, che contattano il Commissario, il quale bandisce la ragazza dal villaggio. Alla stazione successiva però viene accolta trionfalmente e addirittura voluta dal prete al suo fianco nella processione.
Originariamente pubblicata nel 1966, la canzone racconta la tragica storia di un "uomo onesto" che si innamora di una femme fatale, che come prova d'amore gli impone di uccidere sua madre e poi di suicidarsi.
Il dramma contrasta con l'allegra musica swing, e il suo "tralalalla tralallaleru". Per il protagonista si è ispirato a "Mother's Heart" del poeta francese Jean Richepin.
La Canzone di Marinella è una favola, piena di colori e immagini, su una ragazza che, dopo aver trovato l'amore, muore in circostanze misteriose.
La famosa canzone è ispirata da una storia vera del 1953, il ritrovamento nel fiume Olona, tra Rho e Milano del corpo di una ballerina. La ragazza aveva sedici anni quando perse i genitori ed era stata allontanata dai parenti e aveva iniziato a prostituirsi lungo le rive di un fiume, dove un giorno qualcuno la gettò in acqua. Una tragedia anonima, che diventa un intenso dramma pieno di poesia.
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